GRANDE TRAVERSATA ELBANA (FKT)

GRANDE TRAVERSATA ELBANA (FKT)

Storie Fastest Known Time

GRANDE TRAVERSATA ELBANA (FKT)

Mi affascina sempre di più l’idea di provare a stabilire un tempo di percorrenza su un dato percorso o almeno il tempo più veloce conosciuto (Fastest Known Time).
Correre solo per sapere quanto tempo ci vuole per andare da un posto a un altro con le proprie forze o per il piacere di vedere quanto veloce si possa correre fino all’altro capo di un percorso.
Il confronto con gli altri non è importante quanto l’esperienza stessa della scoperta di un luogo basando la propria corsa solo sulle proprie sensazioni.
Si corre solo spinti dalle proprie pulsioni interiori, nessun altro all’esterno se non un lontano satellite invisibile nello spazio che registra i nostri movimenti e i nostri battiti cardiaci.

Con questi pensieri in testa, il 29 aprile 2013, sono partito da Cavo per la mia Traversata Elbana. Ben consapevole che non si tratta di una gara nel senso tradizionale, che non si vince nulla e che non c’è nessun arco di partenza o nastro da tagliare al traguardo, volevo cercare di dare il meglio di me sui suoi sentieri.

La GTE inizia il suo lungo serpeggiare sui sentieri dell’Isola da una stupenda terrazza sul mare alla fine del paese di Cavo da cui la terra ferma sembra così vicina.

Procedo con buon ritmo, concentrato sul percorso che mi porta sulla vetta del monte Grosso. La giornata è molto umida e il vento di Scirocco accumula sulla vetta del monte una leggera foschia. Ben presto le mie migliori intenzioni subiscono un duro colpo, non riesco a trovare il sentiero per ridiscendere. Provo in tutte le direzioni, cominciando da quella più logica, ma tutte le tracce svaniscono nel fitto della vegetazione dopo poche decine di metri. Sto perdendo molto tempo. Consulto convulsamente più volte la cartina che porto con me. Comincio a pensare che, dopotutto quello che ho fatto per essere qui, la mia avventura non può finire in questo modo. La foschia m’impedisce di avere qualche punto di riferimento sicuro. Così, decido di procedere nella direzione più probabile nella speranza di ricongiungermi al sentiero più in basso. Procedo lentamente tra rovi, mirti e rosmarini che continuano a graffiare le mie gambe nude. Dopo poco la vegetazione diventa alta quanto me, non riesco più neanche a vedere se sto andando nella direzione giusta. Mi rendo conto che non è assolutamente più possibile procedere. Mi sento perso e cerco di tornare sui miei passi ma la vegetazione schiacciata da me nel corso della discesa si è rialzata e si oppone al mio lento incedere verso la vetta. Ho un’unica possibilità risalire e ridiscendere da dove sono salito fino a un bivio che mi porterà sulla strada asfaltata che si ricongiunge con il sentiero della GTE. Quando arrivo al sentiero, ho le gambe coperte di sangue e sono passati più di venti minuti che mi sono sembrati un’eternità. Felice di poter riprendere a correre cerco di recuperare dando il massimo lungo la discesa. Quando finalmente mi riaggancio al percorso, stimo di aver fatto più di due chilometri in più, ma la cosa che più mi da fastidio è quella di aver saltato un pezzo, seppur piccolo, del percorso originario.

 La parte centrale del percorso è magnifica. Un sentiero in cresta che passa prima da Monte Strega, poi da Monte Capannello, con una magnifica vista sul castello del Volterraio, da Cima del Monte e infine da Monte Castello. Sembra di volare sopra l’isola, la vista che abbraccia l’intero percorso con il mare tutto intorno. Recupero la prima delle bottigliette d’acqua che avevo lasciato sul percorso. Il cartellino che avevo attaccato con la spiegazione che sarebbe stata rimossa ha funzionato. La mia corsa assume una dimensione più intima e personale. Sono solo, in questa sfida con me stesso, senza riferimenti sul percorso e di altri concorrenti.

Scendo velocemente verso Casa Marchetti attraverso una serie di proprietà private che con i loro confini fittizi hanno disgregato il tracciato originario della GTE costringendomi ad allungare di circa un chilometro e mezzo. Poi, si torna a salire fino al Monte Orello, dove trovo la seconda riserva d’acqua. La discesa mi porta ad arrivare quasi sopra Portoferraio dove dopo una veloce rinfrescata all’unica fonte sul percorso si sale nuovamente rientrando verso il centro dell’Isola. Fa caldo e comincio a temere l’impegnativa salita al monte Capanne. Invece sarà proprio il caldo, scatenando tutti i profumi della macchia mediterranea, ad aiutarmi nel mio lento incedere. In questa stagione, grazie, anche, alle abbondanti piogge tutto è in fiore. Lavanda, ginestre e cisti costeggiano il sentiero di terra rossa che sale. Il sentiero che mi porta velocemente da monte Perone a Monte Capanne credo sia uno dei più belli mai percorsi in vita mia. Vorrei avere ancora sufficiente forza nelle gambe da poter saltare sulle rocce che lo lastricano.  Non appena svalico alle Filicaie, il vento da sud m’investe con tutta la sua forza come a volermi impedire la discesa dalla montagna verso il mare. Il sentiero che mi porterà a Pomonte non è dei più agevoli e alcuni passaggi a quattro zampe mi costringono a rallentare molto. Per la prima volta guardo l’orologio. Non sono ancora passate 6 ore, provo a spingere per raggiungere il mio obiettivo, ma la meta è ancora lontana e fermerò il cronometro a 6 ore e 16 minuti dalla partenza. 

Dopo qualche giorno riguardando la mia traccia GPS (l’unica che volevo lasciare al mio passaggio) con gli amici dell’Atletica Isola d’Elba, che ringrazio infinitamente per avermi aiutato, ricostruisco i miei errori. Ho percorso quattro chilometri in più e mi sono fermato per un totale di quasi quaranta minuti persi. Mi toccherà tornare per migliorare il mio tempo.

PS: guardando dal satellite di Google Maps il Monte Grosso dall’alto, il sentiero che non sono riuscito a trovare appare chiaramente in tutto il suo splendore in mezzo ad una vegetazione molto rada e bassa. Sorrido, sapendo quanto fitta e alta sia ora. La natura ha fatto il suo corso riprendendosi i suoi spazi.

La pagina Facebook “GRANDE TRAVERSATA ELBANA Speed Records” è a disposizione di tutti. La sfida rimane aperta a chiunque voglia attraversare un’isola meravigliosa con le proprie forze.

POCHE SEMPLICI REGOLE:
• Sicurezza: ognuno deve essere adeguatamente attrezzati e ben preparato

• Rispetto per l’ambiente: si possono lasciare depositi di rifornimento lungo il percorso ma è necessario recuperarli durante o dopo il completamento del vostro tentativo di record. E’ assolutamente vietato lasciare qualsiasi tipo di rifiuto sul percorso, anzi eventuali sopralluoghi potranno essere una buona occasione per contribuire a ripulire e mantenere puliti i sentieri.

POCHE BUONE NORME

• E’ bene annunciare in anticipo le vostre intenzioni.

• Può essere piacevole invitare chiunque a venire a guardare o, meglio ancora, a prendere parte al vostro tentativo. Questo renderà il vostro sforzo più divertente e i tempi più verificabili.

• Prendete foto o video durante il vostro record di velocità. Saranno un ottimo souvenir della vostra impresa.

• Si consiglia di considerare l'utilizzo di un GPS.

• Divertitevi e godete del paesaggio.

• Tutti i record sono basati sulla fiducia e la buona fede di chi li realizza.

Non è una gara nel senso tradizionale, non si vince nulla, non c’è nessun arco di partenza o nastro da tagliare al traguardo. Si corre solo per sapere quanto tempo ci vuole per andare da un posto a un altro con le proprie forze o per il piacere di vedere quanto veloce si possa correre fino all’altro capo di un dato percorso.

Distanza: circa 60 km

Dislivello positivo: circa 3.000 m

Data: qualsiasi giorno

Regione: Toscana

Organizzazione: La propria

Affiliazione: nessuna

Partenza: Cavo(LI)

Arrivo: Pomonte(LI)

Orario partenza: quando si vuole

Quota massima: 1.700 m (Monte Ebro)

Terreno: 1% asfalto 14% carrozzabili, 80% sentiero

Numero ristori: 0

Punti acqua: 0

Punti qualificanti UTMB: 0

Costo d’iscrizione: nessuno

Numero limite iscritti: nessuno

Premi in denaro: non previsti

 

Questi sono i tentativi fin ora realizzati sulla Grande Traversata Elbana.

Percorso Cavo-Pomonte

  • Categoria solo: Giovanni Zorn 5h37' (29/1/17), Filippo Canetta 5h43' (20/4/14), Giovanni Zorn 5h58' (2/3/14), Filippo Canetta 6h16' (29/4/13), Luca Castiglioni 8h57' (2/1/15), Flavio Saltarelli 9h10' (14/8/13).
  • Categoria coppie: Federico Metteoli e Michele Evangelisti 7h08' (26/2/14)

Percorso Pomonte-Cavo

  • Categoria solo: Max La Rosa 9h50' (21/3/14)