VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

Storie Experience

VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

di Marco Vendramel

Mi sveglia un Ranger, mi metto a sedere sulla panchina che fino a qualche secondo prima era il mio letto, mi stropiccio la faccia e tento di collegare il cervello per capire quello che mi sta dicendo.

“Se dormi ancora perderai l’ultima navetta per il visitor center…Ma dimmi un po' da dove arrivi?”

“…..Ho fatto, la Zion traverse e mi stavo riposando prima di prendere il bus e tornare all’auto…”

“Ok, dov’è il tuo zaino con il sacco a pelo e l’attrezzatura per il trekking? Mentre dormivi te lo hanno rubato..?

“Non ho uno zaino, ho questa borraccia e il marsupio che ho ancora addosso”

Faccia perplessa del ranger, abbassa gli occhiali da sole e mi guarda come se fossi da internare.

“I percorsi da questo lato dello Zion Canyon sono tutti di più giorni. A meno che tu non abbia corso, è impossibile farli solo con una borraccia”

“Appunto…”

Inizia così l’avventura USA, dopo il primo dei tre giretti che ho pensato di fare in questa vacanza.

Zion canyon, Bryce canyon e last but not least Grand canyon.

Rim to rim, percorsi mitici per ogni backpaker e soprattutto per ogni runner.

Tentare, cercare, provare a correre in questi posti e sui sentieri che li attraversano.

Niente di programmato in termini di logistica o tattica. Le previsioni del tempo sono splendide e in uno dei giorni di permanenza in questi parchi cercherò di incastrare queste traversate.

The Triple Traverse

Partenza con il botto, come si dice; Zion mi dà il benvenuto con un ambiente di pura montagna, selvaggio, aspro e sentieri tecnici.

Le salite sono micidiali, ma complice l’adrenalina e la voglia di correre, scorrono via abbastanza bene per le gambe che mi ritrovo.

Prima della discesa finale mi regalo una deviazione, ad observation point, un balcone naturale a 2400 mt che domina l’intera valle. Mi fermo guardo in giù e sono sicuro di avere stampato in faccia il sorriso ebete delle grandi occasioni.

The Triple Traverse

Altro giro altra corsa e dopo pochi giorni siamo a Bryce. Ma non so come mai, sono sicuro di aver sbagliato la sequenza dei rim to rim da correre…Bryce canyon è incredibile, un paesaggio lunare e il suo percorso è molto più soft rispetto al precedente, nello Zion. Un bravo runner avrebbe pianificato anche questo, in modo da arrivare acclimatato e con nelle gambe un percorso dal dislivello di tutto rispetto ma non brutale come il primo che ho corso. Poco male lo ripeto due volte in due giorni differenti inserendo una variante spettacolare; Fairyland, la terra delle fate. Confermo! Di fate o gnomi non ne ho incontrate, ma sicuramente potrebbero abitare in un posto del genere. Si corre tra guglie e rocce rosse dalle forme più bizzarre. Immersi nel silenzio, rotto solo dal mio respiro e dal mio passo.

Anche qua pochi incontri umani, nessun altro pazzo con queste temperature, nonostante sia partito all’alba, si avventurerebbe in questa fornace. Riemergo dal canyon corro fine alla fine del rim e guardandomi indietro, le guglie di prima, viste dall’alto hanno un’altra forma. Fairyland..

The Triple Traverse

Grand canyon. Il primo impatto è pazzesco e non riesci comunque a farci l’abitudine. Enorme, immenso, grandioso.

The Triple Traverse

Tra una fetta di pizza e l’altra decido senza aspettare che il giorno seguente scenderò nel canyon per attraversarlo.

Nessun sopralluogo, se non per vedere l’inizio del sentiero e il mattino seguente alla luce della frontale parto. I primi passi in piano mi faccio largo tra i cervi che sono venuti a pascolare indisturbati nel prato del motel, poi inizia la discesa. Secondo me nessuna parola esprime al meglio questo “viaggio”. Discesa. Scendi. Vai giù. Vai a prendere quel sentiero che dall’alto vedevi in fondo in fondo, per correrlo fino ad incontrare il fiume Colorado, che dall’alto però non vedi.

Scendi nel cuore della terra. Scendi per poi risalire. Il viaggio allo stato puro.

Supero diverse persone che si regaleranno lo stesso trip in più giorni: Cariche di zaino, tenda e altro, saranno di ritorno tra almeno tre giorni. Mi vedono, alcune scuotono la testa, molti mi danno il cinque e tutti mi augurano “good luck”.

Tra i percorsi che ho scelto, questo è quello che temo di più. Gli altri, non mi avevano dato nessuna ansia nel percorrerli. Ma qua avverto più che mai la mia inadeguatezza per queste corse in solitaria e per la corsa in genere.

Arrivo al plateu come lo chiamano, diversi km in piano prima di un’altra discesa. E qui do sfoggio di una delle mie più grandi caratteristiche. La caduta. Si, un attimo, guardo il cielo e quello successivo sto baciando il sentiero. L’atterraggio è disastroso, mi apro il palmo di una mano e le due ginocchia.

A pochi metri una fonte di acqua, ci entro e mi lavo le ferite. Il ginocchio urla insieme a me e per qualche minuto cammino zoppicando, indeciso sul da farsi.

Provo a correre, stringo i denti e in un amen dimentico di essere stigmatizzato.

Discesa, canyon stretto e dopo una curva signore e signori ecco il fiume colorado. Giuro di essere rimasto a bocca aperta e immobile per qualche minuto. E’ pazzesco. Rumore, colore, dimensioni.

The Triple Traverse

Corro per qualche km su un sentiero che lo costeggia dall’ alto e in lontananza vedo lo scintillio del silver bridge, la porta per l’altro versante.

Lo attraverso timoroso, in stato reverenziale, mi fermo a metà sospeso tra acqua e rocce.

The Triple Traverse

Riparto. Il caldo è atroce (vedrò poi un 48° sul termometro) e la salita gioca il suo carico.

Guardo in alto, sembra lontanissima la balconata finale, l’arrivo…Ho impresso nella mente il filmato di Rob Krar durante il suo rim to rim (to rim per lui). Arrivò stremato e in salita sembrava volesse fermarsi.

Io invece no. Non sembra. Mi fermo proprio!! Le ultime tre miglia assomigliano ad un incubo con alcuni bambinetti che mi superano sgambettando e allegre famiglie con borse e zaini frigor sulle spalle.

Ho la lingua che non mi si stacca dal palato, sogno una Moretti che ho nel frigor a casa e da una curva sbuca l’onnipresente Ranger.

“Forza manca poco, un miglio, oggi giornata torrida. Pensa a quelli sul fondo del canyon, anche se immagino che con un caldo del genere la maggior parte faccia tappa a indian gardens oppure i più coraggiosi a bright angel camground o a phantom ranch….”

“E la tua di giornata come è andata? E’ stata bella?

“E’ stata incredibile…”