TRANSNAMIBIA

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Storie Fastest Known Time

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Intervista a Stefano Gregoretti

Photo Jon Golden e Ryan Michael Richardson.

1) Fin da quando ci siamo conosciuti agli Adventure Awards di qualche anno fa, ho trovato molto interessante il tuo progetto con Ray Zahab Impossible to Possible, ce ne puoi parlare meglio?

Il progetto I2P è nato proprio dalla nostra esperienza in giro per il mondo.

Riuscire a fare quello che facciamo ovviamente cambia la nostra percezione della fatica, della sfida e del limite. Ti lascia con l’idea ben radicata nella testa che ognuno di noi è capace di compiere qualcosa di straordinario, se lo vuole. Se questa idea è vera per noi, lo può essere ancora di più per un ragazzo o una ragazza di 16, 17, 18 anni.

Per questo ogni anno portiamo gratuitamente 5 ragazzi a correre con noi e studiare ed imparare dal territorio e dalle persone che incontriamo, affinché condividano poi con le scuole la loro esperienza e possano tornare a casa con la stessa consapevolezza che abbiamo noi: tutti possono fare qualcosa di straordinario della vita, se ci si impegna.

In Italia soprattutto, vive ancora il mito del “talento”, per cui se uno non l’ha, è scusato dal non impegnarsi! Per noi “talent is not required”: conta solo tirarsi su le maniche e mettersi al lavoro; in matematica, in latino, nello sport, nella scuola, nel rapporto con gli altri e nella vita. La corsa insegna che se ci si impegna, si migliora.

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2) Com’è nato il progetto della traversata della Namibia? Avete fatto girare il mappamondo e lo avete fermato con il dito a caso?

Il progetto Transnamibia nasce dopo più di un anno di studio di logistica e allenamenti mirati. Il deserto del Namib è il più antico del mondo e la biodiversità in quel posto sconfinato è qualcosa d’impressionante. Quale miglior modo di viverci dentro se non attraversandolo tutto?

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 3) Il corpo si adatta abbastanza velocemente ma voi venivate da un clima invernale! Quanto ci avete messo ad ambientarvi alle nuove condizioni della Namibia?

All’inizio non è stato facile. Soprattutto il primo giorno quando dei problemi di comunicazione col team di supporto ci hanno lasciato senz’acqua per alcune ore in mezzo al deserto, a 45 gradi. Beviamo una media di 12-15 litri di acqua e sali a testa inizialmente solo durante la corsa, per poi passare a 3-4 litri per la stessa distanza e temperatura dopo appena una settimana.

Il corpo è una macchina stupenda.

Come ci siamo preparati a gestire le temperature lo potete trovare in un articolo che ho scritto qualche tempo fa: Link

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 4) Correre tutti i giorni, uno dopo l’altro non è facile, come avete diviso la vostra giornata? Quante ore di corsa? Di riposo?

La corse di lunga distanza, soprattutto, se in un ambiente molto difficile e se protratta per giorni o mesi, richiede un approccio molto umile. Quello che conta è poter fornire al corpo le calorie di cui ha bisogno per funzionare bene e tirare una tappa come se fosse la “Marathon des Sable” e poi non avere tempo per recuperare può avere senso, ma solo se non si va oltre i 7 gg di corsa.

Per poter correre ogni giorno, la miglior strategia è spezzare la corsa in due e fermarsi a pranzo per mangiare e dormire. Solo così si può gestire la fatica per più di un mese.

Non andavamo a Km percorsi, ma a ore. A un certo punto il pomeriggio bisogna fermarsi per poter, poi, cominciare la fase di recupero. Se il terreno fa schifo e sei sopra rocce a 50 gradi e quel giorno lì viaggi a 3 Km/h, non ha senso cercare di mantenere la media chilometrica, ma bisogna fermarsi verso le 17 in ogni caso. Anche se si sono fatti 30 Km invece di 65, si avrà il tempo di recuperare nelle settimane seguenti quando il terreno lo permetterà.

Correre fino a mezzanotte su terreno impervio ti pregiudica poi 2-3 gg seguenti…. Senza contare il fatto che di notte i leoni vanno a caccia.

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5) Immagino che in alcuni punti non sarà stato facile acquistare il cibo. Siete riusciti ad alimentarvi correttamente? Che tipo di alimentazione hai seguito?

La classica alimentazione da deserto che si mantene sempre: riso, patate, fagioli e ceci oltre a tanti grassi come l’olio d‘oliva portato dall’Italia in taniche da 5 litri, olio di cocco ed integratori di vitamine, glucosamina, calcio-magnesio. Sale come se piovesse. Quando riuscivamo a comprare qualcosa nei mercati locali si aggiungeva un po’di carne e soprattutto si cercavano burro e olio per aumentare le calorie giornaliere. Infatti è difficile mangiare 5-6000 calorie al giorno solo con le patate se non ci aggiungi dei grassi. Tanti grassi.

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6) Quale è stato il momento più difficile della traversata?

Sicuramente sulla skeleton coast. La monotonia del paesaggio non ha di certo aiutato. Inoltre la nebbia tipica della zona soprattutto alla mattina, giocava brutti scherzi sull’umore dei runners stanchi.

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7) Tu e Ray siete molto amici e avete già condiviso altre spedizioni, c’è stato un momento in cui non vi siete sopportati? Avete litigato?

C’è sempre molto rispetto e spesso non parliamo, ognuno perso nei suoi pensieri. Ci muoviamo come un unico individuo, anche conciliati dalla cadenza di corsa. Difficile avere discussioni fra noi. Meglio poi non darci problemi se no sono guai quando arriviamo al campo la sera! AHAH!

Naturalmente essendo due guasconi il tutto è sempre condito da scherzi e battute al limite del legale.

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8) Cosa ti è mancato di più in questi 45 giorni? Almeno una cosa ti sarà mancata?

Su questo non ho dubbi: spaghetto allo scoglio e prosecco. L’unica cosa che mi va sempre e comunque in ogni situazione. Poterli trovare anche ai ristori di gare come il Tor, Utmb, etc. farebbe una bella differenza per il morale. Basta uvette e biscotti secchi. Ribelliamoci! AHAHA!

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9) Cosa invece hai trovato che non ti aspettavi? Gli incontri con gli animali Wild?

Un’interazione mai vista con gli animali. Nei canyon seguivamo i sentieri storici delle zebre di montagna. Se ci passavano loro, vuole dire che si poteva uscire dal canyon e che il posto era sicuro. Eravamo animali in mezzo agli animali.

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10) Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Intanto mi divertirò qui in Italia un pochino e poi il prossimo progetto sarà al nord, al freddo. Sono 5 mesi che lavoriamo sulla logistica, ma ancora non è tutto delineato. State sintonizzati, perché come dice Ray: “It will be epic!

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Alcuni dati della traversata di Stefano e Ray:

- 1910 Km percorsi

- 31 gg di corsa
- 250.000 calorie consumate
- 9,6 kg persi (ma sapientemente aumentati i mesi precedenti la partenza)
- prima traversata del Fish River Canyon nord in estate, in totale autosufficienza
- temperatura massima raggiunta: 55 gradi
- consumo massimo di acqua e sali in un giorno: 13 litri
- birre: solo 5